Una ricerca del Pew Internet & American Life Project, datata 2 dicembre, ha rilevato che il 53% dei giovani americani (di età compresa tra i 18 e i 29 anni) utilizza Internet come surrogato di radio e TV, preferendo di gran lunga i contenuti in streaming a quelli via cavo. L’81% degli americani fino a 50 anni dice di utilizzare almeno saltuariamente Internet come strumento da salotto e cresce il numero di internauti che navigano senza una meta precisa o con l’unico scopo di divertirsi e rilassarsi.
Così uno dei Paesi che immaginiamo essere tra i più evoluti in materia di web surfing esce claudicante dal sentiero dell’utilizzo della Rete, quasi lo spirito conservatore dell’americano impedisse ad Internet di modificare in meglio l’organizzazione del proprio tempo e l’acquisizione di spunti culturali. Tutto ciò è in linea con l’alto tasso di gradimento di entertainment che, in tempi assolutamente non sospetti (era il 1995), Bill Gates aveva disegnato nel libro “The road ahead”.
In Italia, secondo dati Istat riferiti al biennio 2008-2009, la Tv assolve ancora al suo ruolo, scisso e completamente staccato dal compito succedaneo che può svolgere, anche in questo senso, la Rete. Il 42% dei giovanissimi dedica meno tempo alla Tv preferendovi i servizi online, su tutti i social network e la posta elettronica. Il campione preso in analisi è di 41mila italiani che hanno descritto l’organizzazione della propria giornata; permettendo così di evincerne, tra gli altri, l’uso che fanno di Internet che, almeno per gli studenti, è diventato un metodo collaudato sia per lo studio sia per la lettura di contenuti extra scolastici.
In senso più generale l’uso della Rete penalizza i libri (alla cui consultazione gli italiani dedicano 19 minuti in meno al giorno), le attività all’aperto e toglie tempo al sonno (11 minuti in media al giorno). Va comunque considerato (ed è una consolazione) che il minore ricorso ai libri cartacei non coincide per forza di cose con il calo del tempo dedicato alla lettura, vi è piuttosto una lenta trasformazione che porta ad un maggiore ricorso a testi elettronici.
Lo Stivale è al primo posto (dati Nielsen) nell’utilizzo delle reti sociali mentre, per i cittadini a stelle e strisce, “social network” significa quasi esclusivamente Facebook, sito sul quale spendono più tempo in assoluto. Questo porta con sé qualche preoccupazione: un giovane italiano su cinque registra forme di nervosismo da “web-astinenza” .
In Italia, per concludere, è quella degli over 60 la fascia d’età che fa registrare la maggiore crescita sui social network, strumenti prediletti per restare in contatto con figli e nipoti o, più semplicemente, per non sentirsi soli. In casa nostra, più che negli Stati Uniti, internet sta radicalmente modificando il tessuto culturale. Anche quello dei “cyber-nonni”.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com